5 anni fa, nel 2016, Ombre Rosse compiva vent'anni di attività e all'indomani della festa di "compleanno", Mamma Angela (per molti anche Zia) scriveva questo post intriso di ricordi, sorrisi e momenti passati...
Ombre Rosse Enoteca in Parma, ha festeggiato ieri i primi 20 anni di attività: 7280 giorni di apertura consecutiva (chiusura solo la sera della Vigilia e il giorno di Natale).
Non so dirvi quante persone sono passate nel nostro locale e quanti ragazzi ho conosciuto, allora ventenni… oggi quarantenni, molti di loro hanno ora una famiglia con figli che saranno i futuri clienti…
I piatti che hanno fatto la storia di Ombre Rosse sono senz'altro le “Patatas Bravas” con la loro salsa piccante, il Crostone Ombre, i Tortelli di nonna Lidia e il nostro famoso Sformatino di Cioccolato. In 20 anni: 72.000 Kg di patate, 75.000 crostoni, 144.000 sformatini e 384.000 tortelli d'erbetta! Ringrazio tutti quelli che hanno partecipato a questo grande traguardo e che hanno fatto la storia delle Ombre. Non vi dico che questi anni sono stati facili ma, con un poco di orgoglio, vi dico che abbiamo resistito a periodi molto duri e difficili a causa della crescente crisi economica ed a varie disavventure familiari.
Avrei tanto desiderato che a questa grande festa avesse partecipato mio padre, il Sig. Nero che ci ha sovvenzionato in questa impresa e che purtroppo è deceduto lo scorso Agosto. Grazie Papà... quante persone ieri sera mi hanno parlato della tua classe fuori dal comune e della tua infinita disponibilità! La storia inizia nel lontano 1996 quando 4 ragazzi, Gio, Nicola, Valentina e Tania hanno trasformato un deposito di materiale edile nell'attuale locale, aiutati dall'architetto Ilaria Barbacini... la stanza blu, la rossa, la gialla e la marrone…
Vorrei ringraziare anche tutto il personale che si è succeduto in questi anni, anche se alcune esperienze sono state negative e mi sono fidata di loschi personaggi che mi hanno profondamente delusa. Un ringraziamento particolare a colui che ha sostituito mio figlio Gio (che ora vive in Svezia), grazie per la sua pazienza e la sua disponibilità, Dani grazie di esistere. Sono molto orgogliosa dei miei dipendenti che in questi anni si sono innamorati del mondo del vino e ne hanno fatto la loro ragione di vita: Piero il futuro Veronelli i primi passi li ha fatti con noi, Andrea che posso elencare fra i primi clienti che hanno varcato la soglia delle Ombre, durante il giorno vendeva jeans con i genitori e alla sera lavorava presso di noi. Oggi si è diplomato a Londra alla scuola WSET (Wine & Spirit Education Trust) e ha pubblicato un bellissimo romanzo: Il Giovane Somelier di Bermondsey Street. Adriano che ha aperto il suo locale, Paolo che ha aperto il suo locale, Michel che ha aperto il suo locale, Davide che ha aperto il suo locale. Voglio citare anche Lazzaro, giovane Chef con grandi capacità che oggi lavora ad Opera Viva con un ottimo successo. Grazie a Peppino per i suoi consigli e la sua presenza nei momenti critici.
Ricordo con nostalgia una coppietta di giovani ragazzi che tutti i giorni venivano a prendere l'aperitivo da noi: Viola si, sei tu… mi sei rimasta nel cuore! Quanti amori sono nati davanti ad un buon bicchiere di vino o lavorando fra la cucina e la sala. Ho impresso nella mente gli occhi di Michela quando poteva stare in cucina ad aiutare Zazzi e capivo, dagli sguardi, che stava nascendo un amore importante! Nel giorno del funerale di mio marito Dante, la bara è stata portata da un nostro cliente: grazie Vitto. Vi voglio tanto bene!
Voglio tanto bene anche ai miei clienti e scusatemi se alcune sere vi mando a casa senza versarvi l'ultimo bicchiere ma, quando capisco che il limite è stato superato, tengo di più alla vostra salute che agli spiccioli in più nel cassetto. Ci sono state notti in cui vi ho “minacciato” di tenervi chiusi in enoteca e al mattino successivo vi avrei portato tutti al Sert… Giovanni, ti ricordi quella notte in cui ti telefonai alle cinque per sapere se eri tornato a casa: ero molto preoccupata! Giulio, tu che mi chiami zia, sai che ti ho visto nascere, ti ho visto crescere e diventare un bellissimo ragazzo. Poi ci sono alcuni clienti che ho perso di vista e sono dispiaciuta per il bel rapporto affettivo che avevo con voi, M. Angela e Laura forse vi ho ripreso troppe volte e di madre si sa, ce n'è una sola. A volte mi manca il grande casino che facevate ma, mi dava tanta allegria.
Vorrei raccontarvi mille aneddoti ma dovrei scivere un libro! Abbiamo avuto clienti importanti: il grande storico Jacques Le Goff e il critico d'arte Federico Zeri. Che bello quel giorno che si sono incontrati al ristorante ed hanno trascorso tutto il pomeriggio insieme: Le Goff con la sua pipa e Zeri che studiava gli affreschi o meglio le sinopie del ristorante… gli avevo comprato una sedia a sdraio così poteva meglio ammirare e studiare. Era riuscito a dirmi che l'artista che aveva dipinto faceva senz'atro parte della corrente di Modena. Ma, purtroppo, non potè dirmi di più perché improvvisamente, lasciò la vita terrena… Come sono indimenticabili le notti passate con Vinicio Capossela: cantava due canzoni, beveva una bottiglia di vino e poi si addormentava ma erano già le cinque del mattino e il parterre aumentava sempre di più. Grazie ai cellulari si era diffusa la voce della sua presenza alle Ombre ed in tanti arrivavano, trovandoci seduti in terra in sacro silenzio, aspettando il suo risveglio. Vinicio, si riprendeva e si buttava di nuovo sui tasti del pianoforte e cantava Notti magiche!!! Quante sere, di ritorno dalla trasferta, arrivavano i giocatori del Parma Calcio. Volevano il ristorante solo per loro, a porte chiuse. Erano accompagnati da donne bellissime e una sera mi sono permessa di chiedere loro come facessero ad essere così allegri nonostante avessero “preso” sette gol dalla Juve: vi lascio immaginare la risposta! Fisso da noi c'era anche il 3° portiere che usava chiamarmi “la mia mamma di Parma” e mi ripeteva che i miei Cantucci erano più buoni di quelli che sfornava la sua mamma di Prato. Non dimenticherò mai la classe del professore di Guadalupe, Lilian Turam, che insisteva per farci aprire un'enoteca ai Caraibi e con la moglie ci invitava spesso a casa sua… Una sera al Ristorante c'era Biagio Antonacci e all'Enoteca si era sparsa la voce della sua presenza. I ragazzi inneggiavano: Biagio, Biagio… e l'eco si sentiva in tutto B.go Tommasini! Sono riuscita a farlo alzare e a portarlo in Enoteca dove ha cantato una sua bellissima canzone che ha emozionato tutti, dopodichè ha salutato i presenti ed è ritornato al tavolo per terminare la cena. Altro ospite speciale è stato Ivano Fossati. Stava preparando con Teatro Due e la Pozzi “Alice allo specchio” che avrebbe debuttato a Genova l'11 Gennaio. Era il 1999 ed io ero la loro mascotte; la notizia della morte di Fabrizio ci paralizzò ma dopo varie riflessioni, il debutto a teatro avvenne ugualmente…
Un altro momento importante per le Ombre è stato a Giugno 2005 quando Antonella Clerici ci premiò in diretta televisiva come la 2a miglior Enoteca d'Italia. Ci premiarono per la nostra carta dei vini ma sopratutto per l'applicazione dei più bassi ricarichi sulle bottiglie.
Potrei continuare all'infinito a raccontarvi aneddoti divertenti e tristi ma… questo lo devo raccontare: avevo un amica carissima che poi decise di farci la guerra per il rumore e tutte le sere chiedeva l'intervento della Questura per disturbo della quiete pubblica… l'invidia che brutta bestia! Gabriella perdonami per questo sfogo ma anche questo fa parte delle Ombre. Ti ho sempre voluto bene e te ne voglio ancora e tante notti guardo il cielo e ti vedo: sei la stella più birichina e da lassù mi fai l'occhiolino!
Altri aneddotti ve li racconterò quando si festeggieranno i quarant'anni se conserverò un po di memoria! In tanti ieri sera, tra un bicchiere e l'altro, mi hanno chiesto: "Angela, riapriresti ancora le Ombre?" Domanda difficile a cui rispondere e molto imbarazzante, sono stati anni bellissimi e di grande crescita. Il contatto con i giovani mi ha impedito di invecchiare, grandi soddisfazioni ma la mia risposta è stata: no! Ho guadagnato tanto e non parlo di soldi ma ho perso la cosa più importante che avevo: la mia famiglia.
Con affetto
Angela Schiaretti
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