Domenica 6/12 abbiamo finalmente riaperto il servizio di Enoteca e Ristorante: una gioia immensa... Tanto da dover festeggiare in maniera adeguata, e alzare allo stesso tempo un grido di dissenso
Domenica di riapertura, domenica di festa
Come durante lo scorso lockdown, l'attesa di poter riaprire i locali di Ombre Rosse (l'Enoteca e il Ristorante) stava diventando insopportabile. Certo, per l'asporto e la vendita di bottiglie siamo rimasti comunque attivi, ma niente a che vedere con la gioia di avervi nuovamente tutti seduti ai tavoli - sempre rispettando misure di sicurezza e i vari limiti imposti.
Riaprire domenica, così, è stato un piccolo momento in cui riprendere a respirare l'aria del servizio. La gioia del potervi servire i nostri piatti e poter stappare le nostre bottiglie da farvi gustare, in mezzo a calici e sorrisi: tutto questo è stato bellissimo, e speriamo di non dover più chiudere...
Questa gioia meritava una giusta celebrazione, un qualcosa che fungesse da ciliegina sulla torta.
E allora, scesi in cantina, ci siam detti: perché no? Perché non proprio una delle nostre riserve private?
Giuseppe Rinaldi, uno dei miti di Barolo, uno dei più speculati oggi
E così abbiamo tirato fuori una delle nostre tante riserve private, le bottiglie che custodiamo più gelosamente, riservate ai momenti speciali e agli amici più cari e intimi. Bottiglie che non vendiamo, ma che godiamo nei momenti più belli.
I vini di Giuseppe Rinaldi, detto anche Citrico, sono entrati in questa speciale sezione della nostra cantina ormai da qualche anno, in concomitanza con un - a nostro modo di vedere - eccessivo e spropositato innalzamento dei prezzi.
Un aumento dei prezzi che qualcuno potrebbe definire speculativo, solo in parte imputabile alla sua scomparsa nel 2018.
Riprendendo le vecchie carte della nostra Enoteca, oggi, ci si stringe il cuore.
Vediamo infatti come nella nostra Carta dei Vini del 2013, i Barolo Brunate-Le Coste 2005 e 2006 e il Barolo Cannubi San Lorenzo - Ravera 2005 erano poste a 45€ al tavolo e per l'asporto.
Prendendo invece una nostra Carta dei Vini ancora più vecchia, crediamo intorno al 2003-2004, troviamo altre meraviglie e dolci ricordi.
In quegli anni, difatti, il Barolo Brunate-Le Coste 1997 di Giuseppe Rinaldi usciva a 52€, sia al tavolo che per l'asporto.
Erano decisamente altri tempi...
Rinaldi Barolo Cannubi San Lorenzo - Ravera 1999, la degustazione
Pulire la bottiglia, stappare, sentire il tappo, versare... un "Pronti,via!" direttamente nel calice.
Colore ancora radioso, vivo, espressivo con con riflessi appena velatamente aranciati sull'unghia.
Naso inizialmente chiuso, scuro, su toni solo vagamente di amarena. Lentamente, emergono sensazioni di stoffa bagnata, cuoio fresco, leggere note di sottobosco autunnale. E poi il frutto comincia a fare capolino. Piccole bacche, rosse e violacee, che si mischiano ai terziari più nitidi in una danza meravigliosa di aromi.
Sorso micidiale, energico, acidità viva e sprezzante e un tannino ancora lontano dall'essere seduto.
Certo, potremmo dilungarci oltre, raccontarvi di più sul vino e sulle singole MGA. Potremmo dilungarci sul metodo di produzione del Barolo di Giuseppe Rinaldi, anarchico tradizionalista. Potremmo ma preferiamo tornare alla base, alla convivialità del vino.
Un vino che ci ha dato emozione, tra vecchi ricordi e nuove gioie.
Una bottiglia che, certo, da noi non troverete in vendita: ma se volete degustare anche voi, siamo certi che con qualche centinaia di euro dovreste cavarvela...
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